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Proteggere il mare di Trieste

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Con Dalecom e ospiti di ICOP abbiamo visitato il cantiere di Trieste dove si stanno realizzando una serie di importanti opere di marginamento a mare

La bonifica delle aree industriali dismesse è senza dubbio una delle priorità fondamentali sia a livello di politica nazionale sia a livello di Comunità Europea; la riqualificazione e la messa in sicurezza di queste zone, spesso in aree strategiche per lo sviluppo dei centri urbani, è un must to do che riesce a calamitare gli ingenti investimenti che interventi di bonifica di questo tipo richiedono.

Non si tratta solamente di mettere in sicurezza le aree (spesso di grandi dimensioni a causa della tipologia industriale prima esistente), ma anche di renderle di nuovo fruibili per funzionalità imprenditoriali più in linea con le necessità moderne che accomunano le economie avanzate e mature, in special luogo quelle dei Paesi Europei.

Il percorso per arrivare a individuare e mettere a terra interventi di questo tipo, aprendo fisicamente i cantieri è sempre stato, soprattutto nel nostro Paese, estremamente complesso e articolato e in molti casi ha di fatto bloccato nel limbo importanti interventi che avrebbero potuto essere un volano importante dei bacini territoriali dove tali aree sorgevano.

Ora, grazie anche alle nuove politiche europee e anche agli interventi del PNRR, si vedono primi importanti segnali che fanno ben sperare sull’attivazione effettiva di questi interventi.

Oggi, su invito della  Dalecom di Paese e ospitati da  ICOP , vi portiamo proprio sul primo intervento, a livello nazionale, di bonifica e reindustrializzazione dove, tra l’altro, si è attivata una virtuosa collaborazione fra pubblico e privato; parliamo del risanamento ambientale e della riqualificazione produttiva delle aree industriali contaminate nella zona dell’ex Ferriera di Servola a Trieste.

Proteggere il mare e ripensare l’industria

I lavori sono iniziati a novembre 2022 e l’intervento è coordinato da un Commissario Straordinario, Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, all’interno dell’Accordo di Programma siglato già nel 2020 da Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Sviluppo Economico, Regione, Comune, Autorità Portuale e soggetti privati.

Invitalia, che opera in qualità di stazione appaltante, è il soggetto attuatore degli interventi pubblici per la bonifica e la messa in sicurezza delle aree dello stabilimento siderurgico e ha seguito sia le procedure di gara volte all’affidamento delle indagini geognostiche e idrogeologiche a supporto del progetto di messa in sicurezza della Ferriera sia la progettazione definitiva sia la progettazione esecutiva che la verifica della progettazione definitiva ed esecutiva nonché la gara per affidare i lavori.

In particolare, le opere di messa in sicurezza – che valgono complessivamente oltre 30 milioni di euro – hanno l’obiettivo di evitare che le acque di falda inquinate presenti sul sito arrivino a mare, intercettandole ed inviandole a un impianto che ne abbatta la contaminazione.

L’intervento consentirà non solo la protezione ambientale e della salute umana, ma anche l’immediato riutilizzo delle aree occupate dall’impianto siderurgico, interessate dalla riconversione sostenibile del Gruppo Arvedi.
Inoltre, la messa in sicurezza delle aree logistiche permetterà l’avanzamento dell’intervento di sviluppo del Porto di Trieste, finanziato dal PNRR/PNC, a cura dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.

Una barriera per l’acqua

Le opere di messa in sicurezza sono state aggiudicate alla ICOP di Basiliano (Udine), con la direzione lavori dello Studio Altieri di Thiene.

L’area di intervento del progetto, compresa tra la Piattaforma Logistica di Trieste a nord-ovest e la darsena da diporto a sud-est, coincide di fatto con lo stabilimento siderurgico della Ferriera di Servola di Trieste.

I lavori in corso sono stati preceduti da una serie di opere propedeutiche di preparazione dell’area: la rimozione di vegetazione e argini nelle aree interferenti con le lavorazioni di progetto, la bonifica di ordigni bellici a terra e in mare e un’analisi strumentale integrativa per riscontro anomalie magnetiche in aree a mare e a terra.

Proprio il responsabile di cantiere di ICOP, Manuel Malattia, ci accoglie sul cantiere di Trieste e ci spiega le opere in corso di esecuzione: “Stiamo attualmente realizzando un diaframma di marginamento della lunghezza complessiva di 1.750 metri in prossimità del limite di costa con tecnologie differenti in funzione delle condizioni dei terreni interessati e delle aree dell’impianto interessate".

"In questo momento siamo nella zona di retrobanchina del vecchio parco minerali e la tecnologia utilizzata si basa sulla realizzazione di pali secanti trivellati con profondità variabili, a seconda dei requisiti di progetto, fra i 14 e 32 metri e diametro di 880 mm".

Continua Malattia: “I pali vengono realizzati con il getto di calcestruzzo RCK45 o in calcestruzzo plastico, coadiuvato in alcune zone da una armatura metallica leggera. La trivellazione avviene con perforatrice cingolata Bauer DG45, assistita, per la gestione del materiale trivellato e delle acque affioranti, da un escavatore di servizio, un Cat 323”.

A questi si affianca una pompa carrellata per il getto del calcestruzzo, noleggiata da Dalecom, in grado di garantirci le quantità orarie di pompaggio previste dal cronoprogramma. Si tratta di quantitativi comunque importanti dato che nel complesso dell’intervento (che ha un orizzonte temporale di 700 giorni) getteremo 30.000 metri cubi di calcestruzzo”.

"Fin dall’inizio delle lavorazioni di getto (ad aprile 2022) abbiamo scelto il noleggio con Dalecom per avere la certezza di poter lavorare senza interruzioni; abbiamo anche pensato all’acquisto (sempre dall’azienda di Paese), ma abbiamo preferito noleggiare perché apprezziamo davvero molto l’altissimo livello di servizio che Dalecom ci garantisce".

"Sia per le manutenzioni ordinarie (che non sono comunque semplici per mezzi adibiti al getto del calcestruzzo) sia per gli interventi straordinari si sono sempre dimostrati pronti, competenti e veloci”.

“Non solo: abbiamo anche apprezzato la disponibilità e l’ottica di problem solving dimostrata in fase di preparazione e scelta delle macchine, in particolare dal titolare di Dalecom, Walter Comiotto che, grazie all’esperienza maturata su cantieri altrettanto importanti rispetto a questo, è in grado di fornirci un importante valore aggiunto al momento della scelta delle macchine più adatte alle varie lavorazioni”.

Questo per noi è un aspetto importantissimo che ci garantisce di lavorare tranquilli, concentrandoci sulla normale gestione di cantiere senza doverci preoccupare di aspetti collaterali come la gestione dell’efficienza della macchina o la disponibilità della stessa

Sottolinea Malattia: “Dopo aver terminato questo tratto di diaframma, procederemo con l’infissione del tratto a mare del marginamento che verrà realizzato con pali in calcestruzzo infissi sul fondale a distanze predeterminate, collegati fra loro da un palancolato metallico per altezze complessive (considerato un battente d’acqua di 4 metri) comprese fra 14 e 20 metri. Verrà anche realizzato un sistema di protezione catodica ad anodi sacrificali della superficie metallica del wall pile a contatto con l’acqua di mare”.

“Verrà infine realizzata anche una trincea per il drenaggio delle acque di falda nel fronte trasmissivo a monte idrogeologico del diaframma, completata con le pompe per il convogliamento delle acque all’impianto di trattamento dedicato anch’esso in corso di costruzione. A questa si affiancherà una rete di smaltimento acque piovane e sistema di trattamento delle acque di prima pioggia nella zona di “banchina” sostenuta dal wall pile”.

Il valore dell’esperienza

A Malattia fa eco Walter Comiotto, titolare di Dalecom che sottolinea come: “In cantieri come questo, in cui un ferreo cronoprogramma si innesta su un controllo della qualità e del rispetto ambientale altrettanto rigorosi siamo convinti di poter fornire un importante valore aggiunto”.

Continua Comiotto: “In Dalecom infatti, investiamo importanti risorse nel costante aggiornamento della nostra flotta noleggio, tra le più complete e profonde in Europa, così come ingenti investimenti sono dedicati alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle nostre macchine quando rientrano dai cantieri”.

“Il noleggio, infatti, nel settore del trasporto e della posa del calcestruzzo, è, probabilmente, una delle attività più complesse in assoluto da gestire: lavoriamo con un materiale (sopratutto quando additivato) estremamente aggressivo, che mette a dura prova le nostre macchine e che richiede una cura maniacale nella manutenzione delle stesse. Un mezzo che non fosse correttamente manutenuto, perderebbe immediatamente le proprie caratteristiche prestazionali, diventando inaffidabile e quindi fonte di problemi per i nostri clienti”.

Ed è proprio questa la nostra mission aziendale: far si che i nostri clienti non abbiano problemi in cantiere e, nel caso sempre possibile che se ne verificasse uno, risolverglieli nel più breve tempo possibile, ovunque le macchine siano, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Una sfida importante che ci impegna quotidianamente, ma ogni volta che la vinciamo mi rende orgoglioso della mia azienda e dei miei collaboratori

Chiosa Comiotto: “Un altro servizio che ritengo importante per i nostri clienti: la nostra conoscenza del settore del calcestruzzo sia dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche disponibili sia da quello delle problematiche operative dei cantieri, ci consente di consigliare al meglio i nostri clienti, individuando le soluzioni più adatte in un’ottica che penso di poter definire quasi sartoriale”.

“Sul cantiere di Trieste, viste le caratteristiche del getto e del calcestruzzo, abbiamo consigliato a ICOP una pompa carrellata Cifa 907/617 D8, con un diagramma prestazionale adeguato al tipo di lavorazione e alle distanze e profondità di getto e una produzione teorica che arriva a 87 m3/ora”.

Silvano Lova

Direttore Generale dei portali PromisedLands.it, gowem.it, bolab.it