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Investire sulla circolarità e sulla sostenibilità della filiera

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La nostra visita allo stabilimento Villaga Calce di Dolcè (Vr) dopo l'acquisizione e il revamping da parte di Fassa

Lo stabilimento di Ceraino di Dolcè (Vr), oggetto di un profondo intervento di revamping impiantistico, tecnologico e gestionale voluto da  Fassa Bortolo, è talmente inserito nel contesto naturale che, fidandosi troppo del navigatore - come è successo a noi nel giorno del sopralluogo - può capitare di superare il piazzale di ingresso e proseguire lungo la cortina di alberi per qualche centinaio di metri, senza avere la percezione di un insediamento di tali dimensioni.

Un risultato così brillante - che per la parte di mitigazione visiva porta una firma di livello internazionale: quella dell'architetto Andreas Kipar e del suo studio Land - rappresenta la recentissima evoluzione di un percorso produttivo iniziato addirittura a fine Ottocento, e al tempo stesso la piena incarnazione dei valori di Fassa, tra i produttori più impegnati sul fronte ambientale nel nostro Paese.

Stabilimento di Ceraino prima del revamping

Oltre un secolo di storia, dalla calce viva in zolle al revamping dell'era Fassa

Le origini dello stabilimento di Ceraino di Dolcè, situato nel cuore del più importante distretto estrattivo di calcare del Veneto, risalgono a fine Ottocento, quando era gestito dalla Ditta Radaelli & Ing. Travaini – Industria Calce in zolle e Adesiva, cui nel corso del Novecento è succeduta Unimafin (Gruppo Unicem).

Negli anni Ottanta l’impianto viene acquisito dalla società Villaga Calce SpA (diventata nel 2015 Vilca SpA), che nel tempo amplia lo stabilimento, portandolo da uno a tre forni destinati alla produzione di calce aerea e attivando un impianto di premiscelati per l’edilizia, poi ceduto nel 2012.
La svolta arriva nel 2017, quando Fassa Srl acquisisce da Locatelli Intonaci Srl l'impianto dei premiscelati, che rappresentano il core business dell'azienda, per poi estendere il proprio controllo all'intero stabilimento, e quindi anche alla produzione di calce con l'acquisizione di Vilca SpA.

"Una scelta strategica dal punto di vista logistico" sottolinea GiovanniPiovan"perché la nostra posizione permette di raggiungere tutto il Nord-Est, rimanendo entro un raggio di 150 km".
Dal rinnovato stabilimento, la cui produzione è ormai da tempo a regime, escono prodotti premiscelati e calci col marchio Fassa Bortolo.
Come premesso, i concetti chiave dei lavori che hanno interessato il sito produttivo dal 2017 al 2020 – proseguendo nel rispetto delle norme Covid anche durante la prima ondata della pandemia – corrispondono ai temi forti di Fassa: economia circolare, abbattimento dell'impronta ambientale e sostenibilità della filiera.

Ne abbiamo parlato con il Responsabile sicurezza e ambiente dell'azienda, Lorenzo Bernardi.

Bernardi: "Quando abbiamo acquisito Vilca nel 2017, abbiamo trovato una realtà produttiva già funzionante malgrado le difficoltà del periodo, con un impianto dotato di un proprio forno e delle necessarie autorizzazioni, in cui vedevamo enormi potenzialità. Allo stesso tempo, non lo sentivamo nostro: da qui la scelta di investire su un profondo rinnovamento, in continuità con una linea tracciata dalla famiglia Fassa, improntata da decenni a un grande rispetto per l'ambiente e il territorio, e a una ricerca continua del miglior equilibrio possibile tra la collettività e l'azienda".

Da questa volontà di trasmettere valori, standard qualitativi e tecnologici rispondenti alla filosofia Fassa Bortolo, è stato intrapreso quindi un lungo e complesso iter autorizzativo, che dal 2017 si è protratto sino al 2019: "Un procedimento di valutazione di impatto ambientale" prosegue Bernardi "che di fatto ha totalmente rinnovato l'impianto.
Credo sia anche una soddisfazione per chi, come Giovanni Piovan, opera qui da moltissimi anni: questo è il risultato di investimenti economici importanti, che sono ovviamente imprescindibili per un intervento di questo tipo, ma anche di una visione aziendale".

Il progetto di mitigazione visiva è dello studio Land dell'architetto Andreas Kipar

Il primo passo dopo l'acquisizione è stato quindi quello di rendere gli impianti in linea con le attuali normative ambientali europee: "C'erano un forno funzionante e altri due fermi: noi abbiamo realizzato il revamping, rendendoli più efficienti. Anche se l'impianto preesistente rispettava la normativa a livello di emissioni, con il nostro intervento le abbiamo abbassate.

Abbiamo regimato le acque meteoriche di tutta l'area produttiva, migliorato l'impatto acustico e l'impatto visivo: per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, devo dire che c'è stata una grande e proficua collaborazione con la Soprintendenza di Verona.

Abbiamo anche aumentato il numero di stoccaggi, in modo da poter separare più granulometrie differenti della calce, e avere quindi accesso a più mercati.

La qualità stessa della calce è cambiata, anche grazie al cambio di combustibile da pet coke a polverino di legno, che è l'aspetto più importante dell'intervento e ha comportato investimenti importanti, sia su impianti di nuova realizzazione, sia sulle necessarie modifiche a quelli già esistenti".
In quest’ottica possiamo vantare stabilimenti di produzione della calce che oggi sono in grado di produrre, unico gruppo in Italia, senza l’utilizzo dei combustibili di origine fossile.

Infatti, in piena applicazione del protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra, si preferito, a fronte di ingenti investimenti, utilizzare come combustibile lo scarto della lavorazione del legno che per la sua natura non contribuisce alla produzione di CO2 ovvero, rispetto all’utilizzo di metano, ne produce circa il 21% in meno.

Il combustibile impiegato dopo il revamping è il polverino di legno come in tutti gli stabilimenti di calce Fassa

La strada verso l'autonomia energetica

 Bolab:Un tema molto sentito in questo periodo è quello del caro prezzi, forse l'ostacolo principale che il comparto costruttivo si trova a dover affrontare: il controllo gestionale e l'efficienza del processo produttivo, su cui ad esempio si è scelto di puntare col revamping dell'impianto di Ceraino, possono essere elementi decisivi per limitare le conseguenze del problema in attesa del ritorno alla normalità?

Bernardi: "Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola di cui fa parte anche Fassa, citando a propria volta il Papa, dice sempre che 'peggio di questa crisi c'è solo il dramma di sprecarla'. Se il periodo della pandemia ci ha insegnato l'importanza di gestire il tempo, la guerra ci ha fatto capire che il sistema Paese ha delle criticità importanti da affrontare: la gestione energetica, o meglio la possibilità di essere indipendenti dal punto di vista energetico, è una di queste, anche a livello di impresa.

Prendiamo l'esempio specifico del nostro intervento qui a Ceraino, i cui lavori sono stati decisi e avviati tre anni fa: se non avessimo portato avanti con tenacia questa scelta,forse oggi questo impianto non sarebbe acceso, perché i costi sarebbero oggettivamente ancora più alti di quello che già sono.

Quindi, per rispondere alla domanda, l'efficienza è sicuramente un fattore importante, ma non credo sia l'unico. Ne abbiamo parlato proprio di recente, con la presidente di ANCE Milano Lodi Monza e Brianza, Regina De Albertis: ogni impresa deve trovare il modo per gestire in maniera autonoma la propria energia, e noi stiamo cercando di capire se ciò che per altre imprese è uno scarto possa per noi essere una risorsa da riutilizzare nel ciclo produttivo.

Ma già adesso, come spiegato, siamo l'unica azienda in Italia che produce calce solo ed esclusivamente utilizzando polverino di legno: lo fanno anche altri, ma non su tutti i propri siti produttivi".

 Bolab : Se per la produzione di calce il combustibile utilizzato in tutti gli impianti Fassa è ormai da tempo sostenibile e rinnovabile, qual è la situazione attuale sul fronte dei prodotti premiscelati?

Bernardi: "Sui premiscelati saranno necessari degli studi. Si tratta di trovare delle materie alternative, e stiamo lavorando già in quest'ottica. Quello che per un ciclo produttivo è uno scarto, potrebbe essere una risorsa per noi.

Fassa ha acquisito prima l'impianto dei premiscelati e poi l'intero stabilimento
Fassa sta lavorando alla possibilità di utilizzo delle materie alternative anche nel campo dei premiscelati

Il principio è quello dell'economia circolare, ovviamente su ampia scala, perché stiamo cercando di capire se è possibile applicarlo a livello nazionale: Fassa ha 16 stabilimenti distribuiti sul territorio italiano, e oltre alla disponibilità della materia prima è importante la provenienza locale, altrimenti verrebbe meno la sostenibilità dell'intero processo. Stiamo lavorando quindi per formare dei cluster di imprese, enti e istituzioni, in cui mettere a fattor comune esperienze e cercare soluzioni. È un percorso lungo e non facile, ma è quello che stiamo seguendo e che continueremo a seguire anche in futuro".

 Bolab: Il futuro passa quindi obbligatoriamente dalla circolarità, e forse mai come in concomitanza con l'ultima crisi legata alla guerra è risultato evidente a tutti. Sta aumentando anche la sensibilità delle imprese su certi temi?

Bernardi: "Sì, ma in maniera molto lenta: alcuni prodotti come il nostro cartongesso sono legati ai CAM (Criteri Ambientali Minimi) che al momento sono obbligatori negli appalti pubblici, e secondo le previsioni lo saranno anche nei progetti previsti da PNRR.

I CAM stabiliscono dei requisiti che tutta una serie di prodotti utilizzati oggi in edilizia abbiano un contenuto minimo di materiale riciclato e delle caratteristiche realmente green.

Per il cartongesso, in questo momento, è previsto almeno il 5% di materiale riciclato, e tutte le lastre prodotte da Fassa contengono questa percentuale di materiale riciclato o recuperato. È una cultura destinata a crescere.

Noi ci crediamo, ed è questo il motivo per cui stiamo investendo, ma anche attivando delle partnership con enti come Legambiente, che condividono la nostra visione: se si parla di edilizia green, deve trattarsi di vera edilizia green e non di una semplice etichetta commerciale apposta sul sacco per solleticare, o ingannare, il cliente finale.

Ricordo che l’Europa ha più volte evidenziato che il 36% delle emissioni di CO2 è legato all’edilizia. Quindi, al di là degli investimenti e dell'opera di sensibilizzazione da parte degli attori della filiera, è importante che la politica incentivi l'utilizzo di un certo tipo di materiali anziché lasciare mano libera purché il prezzo sia il più basso possibile.

La posizione dello stabilimento è strategica per il nord-est

Ma non solo: a mio avviso servono nuovi modelli di collaborazione tra i diversi attori lungo le diverse fasi della filiera. È fondamentale agevolare un confronto continuo tra il mondo della produzione, della ricerca, della progettazione, della costruzione, delle Istituzioni.

Solo grazie a queste collaborazioni la nostra filiera sarà in grado di mettere sul piatto tutte azioni necessarie che avranno un immediato impatto sull’economia circolare, con un più efficace impatto per la riduzione delle emissioni di CO2".

Mitigazione ambientale e dialogo col territorio

Le soluzioni concordate da Fassa con la Soprintendenza e gli Enti preposti, sotto la regia dello studio Land, puntano su uno studio di confronto cromatico con il paesaggio, basato su varie tonalità di verde. La facciata sul retro dello stabilimento, rivolta a monte, è stata studiata in modo da ridurre l'impatto visivo nelle varie stagioni.

"Nei diversi incontri preliminari di presentazione e confronto col pubblico", ricorda Bernardi, "abbiamo cercato di condividere i nostri programmi per questo stabilimento e accogliere eventuali suggerimenti, osservazioni e perplessità.

Lo studio di confronto cromatico ha portato lo studio Land a scegliere varie tonalità di verde per la mitigazione

Non ce ne sono state molte e mi fa piacere sottolinearlo, ma in generale questo è l'approccio adottato da Fassa ogni volta che si affaccia su un territorio nuovo: quello di un ospite, che vuole presentarsi e stabilire un rapporto con enti e cittadini locali.

È una fase delicata ed estremamente importante, perché può esserci qualche titubanza all'arrivo di un nuovo investitore ".

E l'apprezzamento viene espresso anche dai cittadini, come riportato da Marco Zampini, Responsabile produzione premiscelati e residente nel comune: "I miei concittadini si complimentano e si mostrano incuriositi, e anche questo contribuisce al piacere di lavorare qui dopo l'ammodernamento, che è importante sotto molti altri punti di vista: rispetto dell'ambiente, evoluzione tecnologica, ma anche formazione del personale".

La formazione del personale è un altro aspetto curato con attenzione da Fassa

Un vicino ideale e amico dell'ambiente: il rapporto con Dolcè

Il sindaco di Dolcè, Massimiliano Adamoli, era già in carica al tempo dell'acquisizione dello stabilimento da parte di Fassa e dell'avvio dei lavori di revamping.
Gli interventi che ci sono stati presentati, e che abbiamo approvato, hanno portato a una mitigazione importante" spiega. "All'inizio avevamo raccolto qualche perplessità dalle associazioni del territorio, riguardo in particolare ai silos.

Ma dopo aver visto il trattamento cromatico e gli abbondanti interventi di piantumazione, c'è stato un consenso generale. Anche la sostituzione del combustibile, naturalmente, ha rappresentato un deciso passo in avanti per l'ambiente".

Cava Boscarola, in località Volargne di Dolcè, è il sito estrattivo che garantisce l'approvvigionamento di materia prima per l'impianto, ed è destinato a farlo per i prossimi quattro decenni, come da richiesta recentemente presentata in conferenza dei servizi.
Per attività come queste è importante che sia garantita una continuità di medio-lungo periodo" commenta Adamoli, descrivendo la realtà di un territorio la cui zona industriale comprende circa 150 aziende.

"Da un punto di vista ambientale, gli aspetti più critici legati alla cava sono per noi rappresentati dalle mine e dalla polvere, ma anche su questi temi ci sono state presentate soluzioni decisamente migliorative.

C'è un dialogo costruttivo e continuo con Fassa, che si è costruito nel tempo: proprio in virtù dell'investimento fatto dall'azienda, importante anche per il nostro territorio, ci siamo visti e confrontati molto di frequente in questi anni, prima in Commissione cave e poi in Commissione provinciale".

Siamo molto soddisfatti, anche perché la produzione è notevolmente aumentata, e questo ha ripercussioni positive a livello di posti di lavoro.

Massimiliano Adamoli

Silvano Lova

Direttore Generale dei portali PromisedLands.it, gowem.it, bolab.it