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Missione: circolarità della filiera

  • In TERRA
  • 21 Dicembre 2023
  • di Redazione
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Alla scoperta del Consorzio REC presso il 4BILD Hangar di Milano, dove sorge il primo dei centri preliminari alla raccolta di rifiuti da C&D nati dall’iniziativa

Nelle interviste realizzate da Bolab con professionisti o formatori del comparto edilizio, accanto alla crescente sensibilità verso temi ambientali, è emersa spesso una preoccupazione: quella di un settore a due velocità, in cui le buone pratiche sono diventate la norma in un contesto di grandi opere, ma non ancora nell'attività corrente.

E proprio la diffusione di un modello circolare nella fascia di mercato delle PMI edili e imprese artigiane, chiamate a un lavoro di squadra accanto a rivendite, impianti, trasportatori e produttori, rappresenta la mission del  Consorzio REC (acronimo che sta per Recupero Edilizia Circolare).

I graffiti che fanno da sfondo al CPR del 4BILD Hangar sono il frutto della partnership con l’associazione no profit Worldrise Onlus

Ne abbiamo parlato col suo presidente Francesco Freri, architetto e General manager del franchising di rivendite  4BILD , che ci ha accolti nel 4BILD Hangar di via Ripamonti, 514 a Milano: luogo, come vedremo, doppiamente significativo per l’argomento dell’intervista, dato che oltre a essere un punto vendita di un partner fondatore del consorzio, è stato il primo ad attuarne il modello.

I distributori crescono e cambiano pelle

“L’iniziativa è nata l’11 maggio 2021 in ambito Federcomated, associazione di categoria che in sede Confcommercio rappresenta gli 8 mila punti vendita di distributori di materiali edili” spiega Freri. “Il Consorzio REC è il primo a occuparsi della raccolta e, in futuro, anche del riciclo del rifiuto da C&D all’interno di questa rete, ed è stato costituito su base volontaria da parte di alcuni distributori, di alcuni impianti e del produttore Vaga”.

Il punto di partenza è nella normativa, con una modifica all’articolo 185 bis del Decreto legislativo 152/2006, che dal 2020 definisce la nuova figura giuridica del “Deposito preliminare alla raccolta”, consentendo di semplificare l’iter.

“Semplificare non significa dequalificare, e il trattamento del rifiuto all’interno dei magazzini edili è una tematica delicata” precisa Freri. Il consorzio REC nasce proprio per guidare l’operatore in questo percorso, nel rispetto del quadro normativo.
L’iscrizione è molto semplice, perché si può fare in modalità digitale".

"È prevista l’uscita di un tecnico abilitato che, a seguito di un sopralluogo, organizza l’area del distributore per svolgere il servizio di centro preliminare alla raccolta (CPR). Consegniamo poi anche un brand manual con suggerimenti volti alla valorizzazione del marchio a livello di marketing: con questo progetto, infatti, è possibile un cambio di posizionamento per il rivenditore, che arriva a fornire un autentico servizio green, in grado di trasformare il rifiuto in prodotto riciclato".

"Dopodiché mettiamo a disposizione un manualetto di procedure per la gestione del prodotto, sempre in compliance con la normativa, e svolgiamo una formazione dedicata sia al banconista (che gestisce l’inserimento dei dati in una piattaforma informatica sviluppata con Circularity, dalla duplice funzione di raccolta dati e guida per il consorziato) sia agli operatori esterni, che dovranno verificare la tipologia di rifiuto e il giusto iter di conferimento secondo i rispettivi codici CER".

Un aspetto importante va specificato: il consorziato non può toccare il rifiuto, che deve essere già stato preliminarmente suddiviso dall’impresa. Ma nell’area milanese stiamo osservando che questa cultura esiste già.

Francesco Freri
Nei CPR la raccolta dei rifuiti de C&D è suddivisa secondo 17 codici CER

4BILD Hangar: il caso pilota

Sempre a Milano è stato allestito il primo CPR del consorzio, ed è proprio quello ricavato presso l’Hangar di via Ripamonti, acquisito da 4BILD insieme al brand Gatti 1954, che si occupa di lavorazione del ferro e del legno.

A Giorgio Ghezzi, ingegnere, Project manager di  Gatti 1954 e componente del Comitato Tecnico Scientifico del Consorzio REC, abbiamo chiesto di raccontarci l’esperienza di questo caso pilota.

“Abbiamo attivato il CPR nel giro di qualche mese” spiega. “Le procedure non sono complicate, perché derivano anche dalle esperienze precedenti e quella sulla gestione fisica del rifiuto è una normativa che già conosciamo. Non abbiamo fatto altro che seguirla, trattando il rifiuto esattamente come se fossimo autorizzati per la messa in riserva.
Questa piattaforma di via Ripamonti, essendo la prima, ci è servita anche per compiere un’attività di selezione sui materiali, soprattutto per quello che riguarda le impermeabilizzazioni e la scelta di componentistiche di impianto".

"Il consorzio ha deciso di operare su 17 codici CER, in modo da inquadrare da subito la famiglia dei rifiuti su cui lavorare e avere un’efficacia importante nella gestione e nel rapporto col cliente. Ma c’è anche una rete di rapporti solidali tra i consorziati, che prendono contatto tra loro per ottimizzare l’attività: i clienti, insomma, sono estremamente sensibili al tema e ci seguono. La prova è nel fatto che li vediamo ritornare qui”.

Quello del 4BILD Hangar a Milano è il primo CPR nato nell'ambito del Consorzio REC

Consulenza , prossimità e selezione

Alberto Pizzocchero, Project Manager del Centro Materia Rinnovabile, struttura che ha collaborato alla costruzione del Consorzio REC in tutte le sue fasi, ci ha parlato del Comitato Tecnico Scientifico.

“La normativa permette la raccolta con dei CPR nei punti vendita, ma non definisce in modo concreto le regole sulla gestione del rifiuto al loro interno.
Il consorzio, a questo scopo, ha eletto un Comitato Tecnico Scientifico composto dai rappresentanti principali delle associazioni di categoria che lo supportano e da giuristi ambientali, in grado di rispondere a ogni tipo di dubbio o domanda di natura operativa sui momenti di raccolta".

"Si risponde ai quesiti in maniera ufficiale, in modo che rimanga uno storico delle procedure da adottare nei CPR. Il Comitato fornisce supporto anche nella fase di interlocuzione con gli enti competenti, per presentare buone pratiche e avere regole già pronte in vista di una futura ulteriore regolamentazione”.

 Bolab: Il doppio ruolo delle rivendite affiliate - raccolta del rifiuto ma, in futuro, anche immissione sul mercato di nuovi materiali riciclati – sarà improntato a una logica “a chilometro quasi zero?

Pizzocchero: “Sì, in generale nel mondo dei rifiuti è inevitabile adottare un criterio di prossimità per gli impianti, soprattutto quando parliamo di quelli da C&D, che pesano e sono ingombranti. La difficoltà principale è in quelle aree in cui non è presente una forte impiantistica di recupero e i rivenditori non sono incentivati ad attivare questo sistema di raccolta, non avendo la convenienza economica di un trasporto efficace".

Le imprese conferiscono il rifiuto da C&D già opportunamente suddiviso

"Ma naturalmente l’obiettivo del consorzio, per statuto e mission, è quello di incentivare sempre di più il riciclo e chiudere il cerchio, arrivando alla commercializzazione della materia prima seconda negli stessi punti vendita in cui è stata realizzata la raccolta, o comunque nella stessa area a livello provinciale e regionale”.
Un processo già avviato, come conferma Ghezzi: “Stiamo già selezionando i materiali e dialogando coi fornitori, che sono naturalmente parte interessata, anche perché le loro certificazioni devono essere confermate con le nuove materie prime”.

Un aspetto fondamentale per il pieno compimento di questo processo è la selezione preventiva del rifiuto conferito. “Normalmente” continua Pizzocchero “in un cantiere viene raccolto il CER 17.09.04, ovvero il rifiuto misto dell’attività di costruzione e demolizione, in cui si trova di tutto: legno, macerie, latta, vernice, ecc. Questo crea difficoltà di separazione all’arrivo nell’impianto, e porta a un materiale recuperato di scarsa qualità. Grazie al consorzio REC si riesce a ovviare al problema, perché già il materiale in arrivo al CPR è più selezionato, pulito e di maggior qualità, e di conseguenza ha maggiori possibilità di rientrare nel ciclo produttivo. C’è quindi un doppio vantaggio: gli impianti sono molto interessati a ritirare il materiale raccolto dal consorzio”.

La selezione preventiva del rifiuto è fondamentale per la sua riciclabilità

La convenienza? È nel processo

 Bolab: Sono previsti anche meccanismi premiali o di incentivazione per le imprese che conferiscono rifiuti ai CPR?

Ghezzi :“Questo dipende dalle politiche commerciali adottate e dalle situazioni del mercato. Già il fatto di poter disporre di un luogo sicuro di conferimento del rifiuto da C&D nello stesso punto vendita in cui si ritira il materiale è un notevole vantaggio. Noi ci siamo interrogati su questo tema in una fase iniziale e abbiamo deciso di procedere con prezzi di mercato corretti per l’intermediazione: quello che notiamo è un trend in continua crescita, perché si tratta di un’esigenza delle imprese".

"È già un premio poter godere di un servizio come questo, con le coperture istituzionali di cui beneficia: gli imprenditori, oggi, sono molto più consapevoli dei rischi che corrono e cercano di prevenirli”.

Freri : “La discriminante è rappresentata anche dal territorio: sui territori fortemente urbanizzati, in cui gli spostamenti sono più lenti, per l’impresa c’è un vantaggio in termini di tempi e costi nell’aderire a una formula simile, perché possono efficientare il processo conferendo i rifiuti nello stesso luogo in cui ritirano il materiale".

"In altri, in cui le stesse distanze si coprono più rapidamente, dovranno essere bravi i rivenditori a ideare delle formule in grado di coinvolgere i clienti, anche attraverso promozioni. Soprattutto nel campo negli inerti c’è già molto materiale riciclato, ma difficilmente arriva nel micro-cantiere o nella manutenzione: in questo può essere fondamentale il commerciante, se riesce a dotarsi di un’esperienza in materia".

“I commercianti di materiali da costruzione, oggi, sono esperti di prodotto. Un domani, a seguito di iniziative come questa del consorzio REC, potranno diventare esperti di prodotti riciclati” Francesco Freri, presidente Consorzio REC

Francesco Freri

L’opportunità è nei numeri

Un dato in particolare è forse quello che evidenzia più di tutti il potenziale enorme contenuto nel modello proposto dal consorzio. Spiega Freri: “Il report ISPRA del 2021, che fotografava la situazione nel 2019, evidenziava 153 milioni di tonnellate di rifiuti da industria, di cui il 48% ascrivibili al comparto dell’edilizia. In cinque anni, dal 2013 al 2019, tale quota è cresciuta del 43%, e lo ha fatto senz’altro ulteriormente negli ultimi due, con i bonus edilizi".

"Rispetto agli altri paesi europei, per produzione ad abitante siamo invece fanalino di coda, il che significa che vi sono un problema di cattiva rendicontazione e una parte importante di sommerso. Questo non è solo un problema ma anche un’opportunità importante. La piattaforma digitale da noi implementata permette proprio al consorziato di avere una fotografia quasi in tempo reale quando riceve il rifiuto in ingresso, digitando il codice di rifiuto e la quantità".

"Ad oggi stiamo registrando piccoli numeri, che ci siamo anche impegnati coi ministeri a rendicontare annualmente, ma siamo convinti cresceranno con la diffusione dei punti di raccolta e saranno importanti per la gestione del rifiuto da C&D”.

 Bolab: Quanti sono attualmente i CPR presenti sul territorio?

Freri : “Ad oggi abbiamo 44 punti vendita associati al Consorzio REC, che vanno da Bolzano a Ragusa, coprendo quindi tutto il territorio nazionale. Di questi, alcuni hanno già iniziato a raccogliere. Il primo è appunto il nostro di via Ripamonti, ma presto se ne aggiungeranno altri 4 o 5 di 4BILD".

"Siamo soddisfatti, ma è ancora un numero molto piccolo se si tiene conto del fatto che i punti vendita di materiali edili sono tra gli 8 e i 10 mila, quindi mediamente oltre uno per comune italiano. Il potenziale di capillarità è molto importante e dobbiamo arrivare nel tempo a sfruttarlo: deve diventare un processo conveniente, avvicinando sempre di più il rifiuto agli impianti”.

I bonus edilizi hanno avuto senz’altro un impatto positivo sul PIL nazionale e sul volume d’affari complessivo della filiera, ma, come osserva Freri, hanno rappresentato anche una criticità per l’affermazione di un modello circolare: “Dal punto di vista del nostro consorzio, questo boom ha rappresentato un ostacolo all’adesione dei rivenditori".

"È inevitabile che, in momenti in cui devono far fronte a un forte incremento di domanda del mercato, ad esempio per le grandi quantità di isolante, le rivendite incontrino maggior difficoltà nel trovare spazio a un CPR sui loro piazzali. Ma siamo convinti che, quando il mercato si stabilizzerà, per i rivenditori il nostro modello rappresenterà anche un modo importante di fidelizzare il cliente”.

Circolarità - Al 4BILD Hangar viene lavorato il legno dal brand Gatti 1954, ma si può anche conferire il rifiuto dello stesso materiale nell'apposito spazio

Il ruolo dei produttori e il caso di Vaga

Lo schema del Consorzio REC prevede il coinvolgimento di più attori della filiera: rivenditori, impianti, trasportatori e, per ultimi ma non certo per importanza, i produttori. Uno in particolare ha sostenuto l’iniziativa.

Freri: “Vaga è stata la prima industria produttrice di materiali da costruzione a credere in questo progetto ed è un socio fondatore. Si tratta di un’azienda con grande esperienza nel campo dei materiali inerti, quindi assolutamente in linea con la tematica del recupero di rifiuti da C&D e della seconda vita del prodotto".

"Su questo punto, in Italia, c’è ancora un vuoto normativo che in futuro andrà risolto, e Vaga col suo sostegno al Consorzio REC è stata lungimirante, perché il fatto di aver inaugurato così presto un percorso virtuoso rappresenterà sul medio-lungo termine un vantaggio competitivo ma anche relazionale, che consentirà all’azienda di ragionare sui processi e non soltanto sugli aspetti economici”.